Le origini di San Colombano al Lambro risalgono all’alba della storia: nel VI secolo a.C. qui si insediarono, come in tutta la Pianura Padana, tribù galliche che nel III secolo a.C. furono sottomesse ai Romani. Il toponimo di San Colombano, che richiama la presenza nel territorio del monaco irlandese, compare per la prima volta in un documento del 1034; si tratta del testamento dell’arcivescovo di Milano Ariberto d’Intimiano che donava alle chiese milanesi i suoi possedimenti nella zona a lui precedentemente donati dall’imperatore Corrado II.
Nel 1158 Federico Barbarossa distrusse fortezza e abitato di San Colombano. L’imperatore, riconoscendo la felice posizione strategica del borgo, lo riedificò e con esso gettò le basi del borgo, adottando il tipico impianto urbanistico romano, tuttora riconoscibile, legato al cardo (direttrice nord-sud) e al decumano (est-ovest).
Nel 1299 il territorio passò ai Visconti che avviarono la bonifica dei terreni circostanti dando impulso all’agricoltura. Nel 1447, estintasi la casata dei Visconti, la signoria milanese passò agli Sforza. Quello degli Sforza fu un periodo di fulgore artistico e culturale: alla corte milanese furono ospitati tra gli altri Leonardo e Bramante.
Nel settembre del 1513, durante il suo rientro a Roma, Leonardo passò per San Colombano seguito dai suoi allievi e in questa occasione eseguì un abbozzo del luogo poi inserito nel Codice Atlantico.
Nel 1525 il Ducato di Milano, compreso il contado di San Colombano, divenne feudo imperiale spagnolo. Passato il lungo periodo di presenza spagnola iniziò nel 1706 il governo austriaco e alla fine del secolo si ebbe il breve periodo napoleonico.
Nel Risorgimento anche San Colombano visse momenti di patriottismo, animati dal giovane dottore in legge Pietro Gallotta, la cui intensa attività clandestina sfociò nelle fatidiche cinque giornate di Milano (marzo 1848). Con l’Unità d’Italia nel 1861, San Colombano al Lambro entrò a far parte della Provincia di Milano.
L’Origine di San Colombano
Colombano era un monaco irlandese che verso il 590 partì dalla sua terra d’origine e si recò in Gallia dove fondò una serie di monasteri e divenne un importante punto di riferimento per molti monaci. Entrato in conflitto con la corte, si allontanò dalla Gallia e intraprese un’opera di evangelizzazione itinerante tra le popolazioni pagane celtiche e germaniche. Passato in Alsazia e in Svizzera, scese poi in Italia verso il 612. A Milano, Agilunfo e Teodolinda gli concessero di scegliere il luogo dove stabilirsi. San Colombano, percorrendo il senterium mediolanense. Una cella del monastero di Bobbio rimase per secoli sul versante est dei colli banini, in zona Mombrione.